Cosa sta accadendo nel mondo del lavoro?
Negli ultimi tempi, il web è popolato da commenti di imprenditori frustrati che lamentano assenteismo emozionale, mancanza di entusiasmo e di voglia di fare da parte di chi si candida per un’occupazione.
Certo, fa sensazione quando a esternare sono personaggi di rilievo e successo, dell’imprenditoria, portando inevitabilmente l’opinione pubblica a pensarla come loro, generalizzando e fomentando il classico: “eh i giovani non hanno voglia di lavorare!”.
Se da un lato è vero che certe scelte di governo hanno favorito comodità e scarsa intraprendenza, assicurando quel minimo di che campare, dall’altra – vivaddìo! – ancora tantissimi sono i giovani (e non) ad avere una gran fame di crescere, emanciparsi, realizzarsi, con tanta voglia di dimostrare le loro capacità.
I giovani e il mondo del lavoro: cosa cercano?
I giovani cercano etica e stabilità, stimoli continui che li invoglino all’apprendimento, formazione continua per sviluppare competenze, un modello organizzativo flessibile che favorisca un buon bilancio vita-lavoro, un ambiente positivo in cui crescere e, soprattutto, una retribuzione adeguata.
Fa riflettere l’intervista rilasciata da Aranzulla (guru 32enne della tecnologia pret à porter), all’Huffpost, in cui afferma che: “…il mondo del lavoro è pieno di scappati di casa; le aziende assumono incapaci per risparmiare”.
Il mio quotidiano mi porta a contatto con giovani che sono diamanti grezzi.
Così mi piace vedere la nuova forza lavoro, di qualunque tipologia: dal laureato a chi vuole impegnarsi in una professione manuale.
Personalmente, non sono una “scappata di casa”. E come me, un esercito di lavoratori.
E quand’anche una buona parte del problema evidenziato fosse riconducibile a imprenditori poco illuminati, che non considerano la formazione una parte integrante del progetto d’impresa, allora è arrivato il momento di invertire i ruoli: che siano i candidati in cerca di occupazione, così come i già impiegati desiderosi di cambiare quella attuale, a dimostrare che non si deve per forza dipendere da altri per promuovere la propria crescita personale e professionale, in uno, che consenta di acquisire consapevolezza, maturità emotiva e psicologica.
Le fasi di un colloquio di lavoro: conoscerle per favorire l’ingaggio
Il fattore tempo:
Un processo di selezione passa attraverso delle fasi, primi su tutti: la scrittura del curriculum vitae e l’intervista. Nella seconda, il tempo a disposizione è in genere di 30 minuti, di cui sono i primi 6 o 7 quelli fondamentali in cui generare la prima buona impressione, in chi ci sta valutando.
Influire positivamente in un colloquio di lavoro
Cosa può fare molta differenza?
Sicuramente un’adeguata preparazione: a partire dall’approccio, a un abbigliamento consono al contesto in cui si viene invitati, dalla postura disinvolta e sorridente, alle risposte che si danno, dalla padronanza di sé, all’eloquio, dalle domande che si desidera porre, al momento giusto in cui porle.
Il corso sulla “Preparazione al colloquio” e sulla “Gestione del colloquio di lavoro” vogliono essere l’input per una nuova modalità di concepire e vivere l’ingresso nel complesso mondo del Lavoro e far sì che una preziosa e potenziale occasione non sia vanificata.
Perché, sì: Lavoro è una parola da scrivere con la maiuscola.